Promessa mantenuta. Quando nell’estate 2019, a poche settimane dalla bruciante retrocessione in Serie A2, Gianni Fossati annunciò che entro tre stagioni il Bogliasco sarebbe ritornato in massima categoria in pochi credettero alle sue parole.
Il brutto risultato sportivo era del resto forse l’aspetto meno preoccupante che in quel periodo riguardava la società biancazzurra. Il futuro della pallanuoto bogliaschina era denso di nubi nere e in molti ipotizzavano una fine ingloriosa per la storica compagine rivierasca.
Tra i pochi a dispensare ottimismo c’era proprio il direttore sportivo di ieri e di oggi. Che ora, giustamente, raccoglie i frutti di quanto seminato e se li gode: “Quando dissi ciò ero cosciente e consapevole di quanto stavo esprimendo – ammette Fossati – quelli furono mesi che non esagero a definire drammatici per la nostra società. Sembrava che tutto dovesse sparire da un momento all’altro. Io, assieme a pochi altri, facemmo però quadrato per evitare che il Bogliasco finisse vittime di speculatori e affaristi, attirandoci anche parecchie inamicizie in paese. Sapevamo però ci agire per il bene della società e intraprendemmo una strada lunga e difficile, senza scorciatoie. Un progetto pluriennale, che non prevedeva passi più lunghi della gamba. Decidemmo così di ripartire dal nostro settore giovanile e dallo spirito di appartenenza a questi colori che vantano molti ragazzi usciti dal nostro vivaio e sparpagliati per l’Italia. I fatti oggi ci dicono che la nostra visione di allora è stata quella vincente”.
La sensazione che la profezia di Fossati si sarebbe avverata la si era già avuta lo scorso anno, quando la promozione sfumò per un solo gol al termine della doppia finale con il Catania: “E’ vero, già un anno fa andammo molto vicino al ritorno in A1. Ma fu un fatto quasi causale. Onestamente non eravamo ancora pronti per il salto di categoria. Dovevamo crescere ancora e quest’anno abbiamo completato quel percorso. Lo abbiamo fatto senza mai nasconderci. Fin dal primo giorno di allenamenti ad inizio settembre abbiamo ripetuto che il nostro obiettivo era la promozione. La nostra non era spavalderia ma consapevolezza nei mezzi di un gruppo di giocatori straordinari che hanno dimostrato in vasca tutto il proprio valore e si sono meritati questo traguardo. Così come lo meritano Daniele (Magalotti, ndr) che ha fatto vedere a chi ne dubitava di essere un grande allenatore, il nostro grande capitano Gimmi Guidaldi, vera anima di questo collettivo, e tutta la società, con il presidente Canepa in testa, che per tre anni si è rimboccata le maniche per remare verso un unico obiettivo”.
Seppure squalificato, in seguito all’espulsione rimediata nell’infuocata gara-due, Fossati non ha mancato di essere comunque vicino ai suoi ragazzi nella decisiva sfida di Monterotondo con la Vis Nova: “Non potevo mancare proprio nella gara più importante. E a costo di esserci mi sono fatto 1000 chilometri tra andata e ritorno tutto da solo, in macchina. Al ritorno ero bagnato fradicio, perché dopo la vittoria mi hanno gettato in acqua e non avevo con me un cambio. A Firenze ho pure sbagliato strada e ho vagato per due ore alla ricerca della via di casa. Sono arrivato a Genova alle 5 del mattino. Insomma, una vera e propria odissea. Ma visto come è andata, sono contento così”.